Ecco un altro fiore perfetto, una stella azzurra di un colore così particolare da aver preso il suo stesso nome: AZZURRO PERVINCA.
A me piace tanto Pascoli ma non conoscevo questa sua poesia:
Pervinca
So perché sempre ad un pensier di cielo
misterïoso il tuo pensier s'avvinca,
sì come stelo tu confondi a stelo,
vinca pervinca;
io ti coglieva sotto i vecchi tronchi
nella foresta d'un convento oscura,
o presso l'arche, tra vilucchi e bronchi,
lungo la mura.
Solo tra l'arche errava un cappuccino;
pareva spettro da quell'arche uscito,
bianco la barba e gli occhi d'un turchino
vuoto, infinito;
come il tuo fiore: e io credea vedere
occhi di cielo, dallo sguardo fiso,
più d'anacoreti, allo svoltar, tra nere
ombre, improvviso;
e il bosco alzava, al palpito del vento,
una confusa e morta salmodia,
mentre squillava, grave, dal convento
l'avemaria.
La mia strofa preferita è la seconda, mi sembra di vedere quei vecchi muri, quei vecchi tronchi pieni di fasci di pervinche, tra il bosco e il convento dei capuccini...Certo la figura del frate dalla barba bianca, che sbuca all'improvviso, è un pò inquietante, e anche il rumore del vento che lo accompagna è piuttosto malinconico! Dove andrà il fraticello dagli occhi azzurri? A cercare funghi? A chiamare un compagno? A dire le preghiere?
La poesia è un concentrato di allitterazioni, forse da questo punto di vista Pascoli è rimasto insuperato.