Un pò di tempo fa ho scoperto il libro "L'ombra dell'arcobaleno": racconta in modo semplice e realistico la storia di Greg, giovane canadese di origini indiane, che, nei primi anni '70, percorre gli spazi della Columbia Britannica alla ricerca della lupa Nahani, per salvarle la vita. Greg si muove perfettamente solo e libero nelle immense distese, e quando la temperatura scende a 40° sotto zero si rifugia in una capanna ben isolata e sicura. Come sempre, provo una particolare attrazione per questa libertà, questa capacità di vivere in completa autonomia, una cosa sola con gli alberi, i torrenti, la neve, gli animali. Nel libro il protagonista calcola il trascorrere del tempo secondo il succedersi delle lune indiane. La prima luna ha inizio intorno alla metà di gennaio e dura fino alla metà di febbraio; la seconda va avanti fino a metà marzo e così via: l'ultima luna, la luna del grande sonno, arriva fino alla metà di gennaio. I nomi delle lune indiane sono affascinanti, basta leggerli per venire trasportati in un mondo scomparso e per farlo rivivere. Niente infatti è mai perso davvero, e le lune indiane ci accompagnano anche oggi.
- La luna dei palchi caduti
- La luna della neve sciolta
- La luna delle foglie e dei fiori
- La luna del cerbiatto
- La luna del cucciolo di alce
- La luna del tuono che cammina
- La luna del consiglio dei capi tribù
- La luna delle foglie dipinte
- La luna delle foglie cadute
- la luna della tempesta suprema
- La luna della lepre bianca
- La luna del grande sonno