Giovanni Corona (Santu Lussurgiu 1914-1987) l'autore di "Primavera" era un
maestro elementare. Era anche un vero poeta e pur abitando in un'isola e
in un piccolo centro (molto bello) aveva mantenuto un legame significativo
con la letteratura italiana del suo tempo. Me lo ricordo benissimo, e
mricordoin particolare un giorno di luglio in cui mi aveva portato una sua
poesia
dedicata al giorno di San Giovanni (a giugno la posterò in questo blog). In
quel momento ero impegnata a preparare un esame di pedagogia o
psicologia e su suo invito avevo trascritto il testo della poesia
tra i miei appunti.
Primavera da tempo la so a memoria ma solo lo scorso anno per
curiosità ho
provato ad analizzarne i versi e mi sono resa conto che quelle brevi righe
di
parole sono un concentarato di figure retoriche usate con perfezione ed
estrema naturalezza...in quel momento mi è stata più chiara la grandezza
di Giovanni, che parlava con immagini di sogno, di passato e di presente,
di
vento e di ricordi.
In "Primavera" ci sono tante allitterazioni, che rendono molto piacevole recitare la poesia, perché si ha la possibilità di sentire i suoni, di sentirne il sapore!
- Lentamente assaporo della sera.....
Evanescenti rivi dell'adolescenza vanno fluiscono
Con i fragili remi del ricordo
Tremore tortuoso
Di veleni dolci come oblio
- Ecco una sinestesia: LIQUIDI PROFUMI....
- Una metafora potente I FRAGILI REMI DEL RICORDO
- Un ossimoro VELENI DOLCI
- Una personificazione CASA DI RONDINE HA VOCE DI RITORNO