Dedico questo secondo post sui giardini letterari a un libro che mi piace moltissimo, poco noto in Italia. E' "Il giardino di mezzanotte" di Philippa Pearce. Pubblicato da Salani per Gl'istrici, una collana che si propone a bambini e ragazzi, in realtà può esserwe apprezzato da tutti: da tutti quelli che amano i giardini e ne percepiscono il fascino misterioso, che si perpetua negli anni. Ciò che vive nel giardino può portarci un messaggio che viene dai tempi lontani della sua vita, quando ancora noi non c'eravamo...e intanto ci suggerisce che la storia continua, la linfa che ad ogni primavera fa rinascere i fiori e le foglie, porterà il giardino nei nuovi tempi ancora sconosciuti...forse anche oltre il nostro stesso tempo.
Mi affascina in questo libro la capacità della scrittrice di creare una storia che esplora la dimensione temporale del giardino: lo fa in un modo delicato e ricco di suspence, attraverso l'amicizia di Tom ed Hatty, nella cornice deliziosa di un grande giardino inglese. Persino il finale non lascia delusi anzi, apre una nuova porta nella nostra mente, che per sempre ci permetterà di andare oltre, per sempre ci porterà nel "nostro" giardino di mezzanotte.
p.39 "Impronte nella rugiada"
In quest'ora grigia e quieta che precede l'alba, Tom penetrò nel giardino. (...) Il verde appariva velato dalla rugiada e tutti i suoi colori parevano scomparsi, in attesa del sorgere del sole. L'aria era ferma, e gli alberi ripiegati su se stessi. Un uccello cinguettò; poi un goffo mucchietto di piume si staccò dalla cima dell'abete in un angolo del prato: per un attimo parve precipitare, poi fu sollevato da un vento inesistente verso un albero più lontano: era un gufo, con l'aspetto arruffato e intontito di chi è stato sveglio per tutta la notte.
Tom cominciò a percorrere il giardino in punta di piedi. (...) Al limite del prato si fermò di botto. Sull'erba umida di rugiada erano chiaramente visibili due macchie di un verde scuro: impronte.
p.47 "Avrebbe ricordato per tutta la vita la prima arrampicata su uno dei tassi del prato. I tassi sono quanto c'è di meglio. I primi rami, infatti, si dipartono molto in basso, e il tronco ha ogni sorta di nodi e di spaccature. Salì sempre più in alto. (...) Tutt'intorno c'era una distesa cespugliosa di sempreverdi: Tom era al livello delle cime dei tassi del prato, quasi alla stessa altezza della sommità del muro verso sud. Era anche al livello delle finestre più alte della vecchia casa, e qualcosa che si muoveva all'interno di una stanza attrasse la sua attenzione. (...) Era quasi sicuro che il giardino fosse più frequentato di quanto potesse vedere.
p.76 "Hatty cominciò ad aprire per lui le varie porte. Tolse il chiavistello a quella del recinto del ribes, dove tra i cespugli trovarono un merlo che doveva essere penetrato attraverso un ingresso meno ufficiale, attirato dai frutti. (...) Hatty aprì per Tom la porta del frutteto dal lato del sentiero della meridiana e poi quella del ripostiglio per gli atrezzi. Tra i vari arnesi, le scatole dei semi, i vasi per i fiori, i rotoli di rete metallica, trovarono un sacco pieno di piume d'oca e di gallina. Hatty ci infilò le dita e le fece volare in aria, in un turbine bianco e marrone così fitto che Tom sentì solletico al naso e starnutì."
p.140 "Bene" disse Hatty, senza chiedergi dove sarebbe andato.
"Ci vediamo domani".
Hatty sorrise. "Dici sempre così , e poi passano mesi e mesi prima che ti riveda."